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L’importanza dell’olio di oliva nella dieta mediterranea

    L’importanza dell’olio di oliva nella dieta mediterranea è evidente dalla sua posizione nella piramide alimentare ad essa associata.

    Il consumo di frutta, verdura e cereali, infatti, si accompagna a un condimento con olio di oliva, in quantità controllate, che serve per garantire un giusto e sano apporto lipidico.

    Nel confronto con le altre grandi famiglie alimentari, l’utilizzo dell’olio si rivela estremamente più salubre di quello di grassi di origine animale (burro, lardo, strutto), sebbene anche questi siano parte importante della dieta mediterranea. Rispetto, invece, al consumo di ingredienti proteici, consigliato come settimanale, l’olio può essere utilizzato con maggior frequenza (giornaliera), rappresentando uno degli elementi principali dell’alimentazione quotidiana.

    Cos’è la dieta mediterranea?

    Le regole della dieta mediterranea vengono riconosciute intorno agli anni Sessanta del Novecento, quando una équipe di medici e ricercatori americani effettua uno studio su un campione di popolazione del sud Italia per stabilirne i motivi della longevità e della bassa incidenza di malattie cardiovascolari. Le variabili determinanti si rivelano proprio:

    • il consumo prevalente di frutta, verdura, pane, riso e pasta;
    • il condimento con olio di oliva, invece che burro o olio di semi;
    • un uso moderato ma regolare di alimenti proteici, con presenza importante di quelli di origine vegetale, come i legumi;
    • la tipologia di dolci, che nella dieta mediterranea hanno impasti meno carichi di grassi saturi e di zucchero.

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    Dieta mediterranea vs dieta iperproteica

    Nonostante la dieta mediterranea dimostrasse sul campo una serie innegabile di vantaggi rispetto a quella nord-americana, abitudini storiche, come la grande importanza dell’allevamento e del consumo di carne di manzo, e abitudini dietologiche, no carbs after seven, hanno sempre alimentato un diffuso scetticismo degli Americani verso una dieta che non sia a prevalenza proteica. Quest’ultima era considerata più efficace soprattutto dal punto di vista sportivo ed estetico, tanto che il consumo di pasta e pizza continua a essere visto come uno strappo colpevole.

    E quindi l’olio di oliva? Negli USA comincia la sua invasione del mercato negli anni Novanta del secolo scorso. Gli studi accurati sugli effetti benefici del suo uso ne agevolano l’ingresso nelle case di tutto il mondo occidentale. Su tutte le riviste di cooking internazionali sono presenti articoli, ricette e pubblicità che inneggiano all’uso dell’olio di oliva, e in particolar modo di quello che è considerato il più pregiato, quello italiano.

    La Puglia è la regina dell’olio di oliva italiano: da secoli gli alberi di ulivo costellano le campagne pugliesi, tanto da farne il simbolo regionale. Qui le aziende agricole nel corso degli anni, hanno saputo rendere l’olio pugliese, famoso in tutto il mondo. Tra queste, numerose sono salentine, come ad esempio Oleificio San Marco a Ruffano.

    I benefici nell’uso dell’olio

    Partendo dalla considerazione che, come non si doveva demonizzare l’olio di oliva prima, non si devono demonizzare oggi il burro o i condimenti che usano grassi vegetali addensati con lecitina di soia, bisogna riconoscere che l’olio d’oliva presenta dei benefici difficilmente uguagliabili.

    Il più importante è quello di essere costituito da acidi grassi insaturi, quindi più facili da metabolizzare rispetto agli acidi grassi saturi. Gli acidi grassi insaturi hanno la possibilità di legarsi ad atomi di idrogeno, mentre i saturi tendono ad accumularsi nel sangue, aumentando il colesterolo cosiddetto cattivo e i rischi di infarto e ictus.

    L’olio di oliva è inoltre ricco di polifenoli e di vitamina E, che contrastano la formazione di radicali liberi, rallentando l’invecchiamento del nostro organismo. Infine, ha effetti benefici sulla salute di fegato e intestino, oltre a migliorare il metabolismo.

    L’uso dell’olio d’oliva in cucina

    Come detto, l’olio d’oliva è un elemento fondamentale della dieta mediterranea, ma dovrebbe essere un elemento cardine di qualsiasi dieta. Completa il bilanciamento nutritivo quotidiano con carboidrati e proteine in maniera sana, ha una composizione che agevola i processi circolatori e digestivi. Usato regolarmente, ma in dosi controllate, per esempio 3-4 cucchiai al giorno (40g), dovrebbe sempre far parte della dieta.

    Ma si deve usare solo a crudo oppure può essere utilizzato anche in cottura?

    Non ci sono limiti all’uso dell’olio. Si può usare anche per friggere, grazie al suo punto di fumo intorno ai 180°C.

    L’uso da cotto può avere delle contro-indicazioni solo dal punto di vista organolettico, perché il sapore e il profumo rischiano di sovrastare quello degli altri ingredienti. Indubbiamente è il protagonista di molti condimenti a crudo della cucina italiana tradizionale: dalla panzanella romana, alle bruschette su cui accompagna aglio o pomodori a pezzi, al giro d’olio sulla pasta prima di portarla in tavola, alle marinature della carne di arrosti e brasati. E poi a condire a crudo: polpi, alici, branzini, insalate di mare, crostacei e molluschi, in specialità tipiche della cucina di pesce mediterranea.

    Olio di oliva: ingrediente miracoloso?

    L’olio si può considerare un ingrediente miracoloso solo se consumato nel modo giusto e se abbinato a una dieta corretta e variegata.

    Nei secoli scorsi gli sono state spesso attribuite virtù benefiche e mediche. Alcune sono state confermate dagli studi più recenti, altre ridimensionate, ma rimane un ingrediente che non dovrebbe mai mancare sulla tavola di chi cura con attenzione la propria salute.

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